Il 20-22 maggio si celebra un anniversario importante per il Chicken Rugby. Il Dì del Ghezz 60 celebrerà infatti i 60 anni della fondazione del Chicken Rugby, il club nato dalla volontà di Cesare Ghezzi (scopri di più su Wikipedia) di educare i suoi figli, i loro amici e i ragazzi milanesi con i valori della palla ovale. Da oggi fino alla festa, ricorderemo la figura del Ghezzi attraverso il ricordo dei suoi (ex) ragazzi per far capire ai polletti di oggi qual è lo spirito fondante della nostra società. Efferreà!
(p.s. grazie a Luca e Luigi Fazzo e al “Chicken born” Roberto Mariani per aver condiviso i loro ricordi)
Sono arrivato al Chicken fuori tempo, come mi capitava spesso, e fuori di testa, come mi capita tuttora. Entrando, a scuola finita (ma sarebbe più onesto scrivere con la q) al Giuriati c’era fermento. In campo si allenava l’Amatori e quando ho chiesto dove dovessi informarmi mi fu subito risposto, in tipico stile Amatori, con un’altra domanda: quanti anni hai? Doveva essere il ‘57 visto che drasticamente mi fu sentenziato: Chicken!, come mi capita ancora spesso, equivocai e pensai fosse una categoria. Suonava bene: sono un Chicken dell’Amatori.
Me lo ripetei per tutta l’estate e alla ripresa delle ostilità scolastiche mi ritrovai in prima H al Leonardo. Al primo intervallo, notai che un lungagnone tra i compagni sfoggiava un portachiavi con palloncino da rugby. Fu inevitabile andare subito all’argomento. Ciao giochi a rugby? Si. Ah, io sono un Chicken dell’Amatori. Le figure di merda sono invecchiate insieme a me. Ne faccio ancora a piene mani. Scoprii così di essere in classe con Sergio Polli e Franchino Ghezzi che, consultatisi, mi svelarono il big mistake.
Iniziò così la saga dei gialli contro i verdi, scambiando spesso i giocatori tra le due compagini e col Ghezzi a dirigere l’orchestra in attesa dell’epilogo della partitella d’allenamento che era sempre lo stesso. Il Grande Vecchio, ghignando sotto i baffetti dava il segnale di chiusura: “Dai, chi fa l’ultima ha pareggiato”. Scene di finta indignazione recitate come da copione dalla squadra in vantaggio. In quei momenti ho imparato la cosa più importante che Ghezzi poteva insegnarci: quando l’avversario segna, bisogna applaudire!
ROBERTO MARIANI
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Giustamente beccato da un terza linea( Edoardo Brugnatelli) e sbertucciato da un pilone (Gianfranco Stella) correggo :l’acronimo TGV è in realtà TEE. e il Ghezzi ha ordinato anche un pollo arrosto a testa ! Svenamento sul Trans Europa Expressssss !